CAMBIAMENTO CLIMATICO ED INVESTIMENTI

CAMBIAMENTO CLIMATICO ED INVESTIMENTI

Secondo i geologi, che potremmo definire gli “storici” del clima, perchè partono con le loro analisi da molto lontano e non dal 1800 circa come i metereologi, il clima cambia ogni 400 anni circa per cause astronomico/solari e non umane, rendendo ogni tentativo umano di contrasto al fenomeno inutile se non dannoso .

A supporto delle loro tesi il raffreddamento nell‘alto Medioevo , dal 400 all’800 , periodo seguito verso l’anno 1000 dall’innalzamento della temperatura che favorì la rivoluzione agricola ed addirittura le coltivazioni in Groenlandia (terra verde) , oggi ovviamente impossibili, mostrando ai vichinghi le viti del Labrador.

A questo picco seguì nel 1300 un periodo di “glaciazione” che si protrasse guarda caso per altri circa 400 anni fino al 1700 , quando le temperature aumentarono di nuovo e progressivamente fino ad oggi. In effetti nel 1700 non c’era stata ancora la rivoluzione industriale e non si parlava ancora di emissioni di CO2.

Ammetto perciò che le osservazioni di questo tipo di studiosi fanno riflettere (ed anche sperare) , tuttavia altri studi , più recenti, analizzano l’incidenza del fattore umano che con il suo tipo di sviluppo sta accelerando in modo esponenziale il cambiamento del clima , con sviluppi non facilmente stimabili .

Siccome nessuno di noi possiede la macchina del tempo, mi sembra razionale e lungimirante, per i nostri figli e nipoti se non per noi stessi, prendere con le pinze le tesi dei “negazionisti del cambiamento climatico” ed invece darsi da fare per intervenire in modo urgente, ognuno come può, per provare a cambiare il futuro della nostra unica grande casa, la Terra.

Qui vengo agli investimenti, per sottolineare che esistono soluzioni di risparmio gestito (fondi comuni/sicav) che selezionano nel mondo le aziende più promettenti che si occupano di combattere il cambiamento climatico; dal riciclo dei rifiuti alla gestione dell’acqua in tutte le sue infinite sfaccettature, piuttosto che occupandosi di energia rinnovabile, insomma aziende che in altre parole si occupano di sviluppo sostenibile del nostro pianeta.

Queste aziende devono rispondere a determinati requisiti per evitare che il termine green sia solo di facciata ed i fondi che per mestiere le selezionano, per inserirle nei portafogli, vengono definiti fondi Articolo 9. La mia idea è che nel dubbio sarebbe cosa buona e giusta , a prescindere dalle nostre convinzioni, per il pianeta e per il nostro portafoglio, abbracciare questa tendenza a dare più fiducia a determinati tipi di aziende. Magari tra 80 anni qualcuno scoprirà che ce l’avremmo fatta lo stesso, ma nel frattempo non saremo stati a guardare, a sudare… e sperare.

Buon agosto a tutti !

Paolo Zanoboni

INFLAZIONE O RECESSIONE?

INFLAZIONE O RECESSIONE?

Dopo averlo ben conosciuto negli ormai lontani anni 70, il termine inflazione è uscito dai libri di economia per rientrare, prepotentemente, nei discorsi che facciamo tra amici e parenti, oppure in famiglia, per ragionare su come la rata del mutuo sia diventata troppo alta, piuttosto che il costo della classica spesa settimanale sia ormai diventato un componente ingombrante del bilancio familiare di una famiglia. Come fosse un incendio che brucia il nostro tenore di vita, che attenta ai nostri risparmi.

Ebbene, se l’inflazione è l’incendio, forse non tutti hanno capito che il pompiere sono le Banche Centrali, in particolare quella Americana (la FED) e quella Europea (la BCE) , che periodicamente si riuniscono per decidere se alzare il costo del denaro (i famosi tassi) oppure no, con l’obiettivo di togliere l’ossigeno a questo incendio e farlo spengere piano piano.

Ma se l’inflazione ci mangia il tenore di vita ed è una malattia da curare e l’aumento del costo del denaro è la medicina amara somministrata dalle Banche Centrali attraverso l’aumento delle rate del mutuo, piuttosto che del finanziamento per l’acquisto della macchina, dal punto di vista del cittadino possono sembrare quasi la stessa cosa, due diversi aspetti della stessa malattia econonica, ma in realtà non è così, semplicemente perchè i tassi salgono proprio per fermare l’inflazione.

Mi spiego meglio, se prendiamo una brutta infezione e ci curiamo con gli antibiotici (che in questo caso sono i tassi) , l’obiettivo è guarire al più presto non finire prima dei canonici 5 giorni gli antibiotici. Nel caso dei tassi non si tratta purtroppo di 5 giorni ma di ripetuti aumenti del costo del denaro al fine di somministrare una dose di “sana recessione” all’economia e raffreddare i consumi (e magari anche i mercati finanziari), anche con l’aiuto di dichiarazioni post aumento che non lascino intravedere alcun tentennamento sulla direzione restrittiva delle politiche monetarie.

Questa riflessione per provare a guardare sotto una luce diversa il comportamento della Lagarde, spesso criticata come una incompetente, piuttosto che Jerome Powell che decide per esempio di fare una “pausa” , ma annunciando che probabilmente continuerà a luglio e settembre con altri rialzi, anche in presenza di una inflazione in discesa.

Powell ha comunicato qualcosa non semplice da decifrare , forse perchè ha dovuto dare un colpo alla botte dei democratici ed un colpo al cerchio dei repubblicani ? Forse perchè il America se i mercati salgono gli investitori spendono di più e l’inflazione risale ? Forse per entrambre le ragioni ?

Come si dice , lo scopriremo solo vivendo…nel frattempo la Lagarde va dritta al punto dicendo che non farà alcuna pausa e che l’obiettivo del 2% di inflazione deve essere ragguinto ad ogni costo (in questo caso del denaro…)

Pare che l’inflazione stia scendendo più del previsto e che questa tendenza potrebbe prender forza dopo l’estate , vedremo , intanto paesi con la Spagna sono già al 2%, perchè non dovrebbe essere possibile anche per altri partner europei ?

Osservo che se la salita repentina dei tassi è stata la causa del violento sell off dei mercati finanziari degli ultimi 18 mesi, l’innesco di una tendenza contraria dovrebbe produrre l’effetto opposto.

Ricordo a chi ne vuole trarre uno spunto operativo , che i mercati giocano di anticipo, non prezzano l’attualità ma le aspettative.

Buona paziente attesa

Paolo Zanoboni

FINE DELLA PANDEMIA

FINE DELLA PANDEMIA

Finalmente la notizia che tutti avremmo voluto sentire, in modo ufficiale l’OMS decreta che la Pandemia è finita. Certo, a livello globale abbiamo lasciato “sul campo” milioni di morti , tragedie che non sono compensabili con nulla, una situazione di limitazione della libertà per 3 anni che difficilmente sarebbe stata immaginabile, anche da uno scrittore di fantascienza.

Ora è rimasto il ricordo, le foto, tante storie di persone che hanno dovuto fare grandi cambiamenti di lavoro o di vita, ma anche la voglia di far tesoro di quanto abbiamo appreso , a caro prezzo, da questa dura fase per la vita del pianeta. Più volte abbiamo pensato “adesso è finita, si riparte” ma ci siamo ricreduti… tra nuove varianti e nuovi vaccini sembrava non finisse più , ma alla fine anche in Cina dove è partito il maledetto virus , all’inizio del 2023 si è deciso di dire addio ai lockdown ed alla cosiddetta politica zero-covid.

Insomma adesso è un FILM diverso, speriamo di non vedere più come nel marzo 2020 i capi di ogni stato in collegamento web globale per gestire l’emergenza, ma di sicuro milioni di persone hanno imparato a farlo, per seguire webinar, informarsi, comunicare con i parenti lontani e sopratutto per lavorare da casa, lo smart working, oggi ormai diventata una forma “normale” per lavorare in modo efficiente creando risparmi su grande scala. E’ aumentata la sensibilità ai temi della sostenibilità, il concetto di energia pulita attraversa il mondo e genera trasformazioni epocali in ogni campo, una vera rivoluzione green con ovvie conseguenze anche sui mercati finanziari, introducendo nuovi criteri di classificazione delle aziende ed anche dei prodotti finanziari , la cosiddetta tassonomia.

Ma ci è rimasta anche una eredità scomoda, l’inflazione, causata dalle politiche espansive e dalla guerra in Ucraina che certamente ci ha messo del suo come la benzina sul fuoco, almeno in Europa. Le stesse Banche Centrali che hanno elargito denaro per combattere la fase iniziale della pandemia adesso si trovano, alleate, nel combattere operando in modo opposto, in gergo tecnico direi restrittivo, per frenare i consumi e quindi la risalita dei prezzi, agendo sul costo del denaro.

Proprio nei giorni scorsi sia la Fed che la BCE hanno alzato di 25 punti base, forse l’ultimo rialzo per l’America, forse il penultimo per l’Europa , praticamente ormai ad un passo dal punto di “PIVOT”, con lo scopo di frenare i consumi ed a mio parere anche i mercati finanziari, si anche i mercati finanziari in modo intenzionale ma spinti da un fine nobile, perchè l‘inflazione è una TASSA che paga il cittadino in modo silenzioso, subdolo, asintomatico ed in modo generalizzato , mentre il costo del mutuo o del finanziamento che aumenta riguarda solo i debitori ed in particolare solo quelli a tasso variabile. Ma il tempo per capire e per convertire a tasso fisso tutti lo abbiamo avuto, figuriamoci le aziende.

Ma se per frenare l’inflazione bisogna frenare i consumi e l’euforia di natura finanziaria (che a sua volta genera maggiori consumi) , fermando sul nascere ogni timida ripresa di bond ed azioni anche con altri mezzi alternativi, che sia la presunta crisi bancaria di marzo, poi a mio avviso palesemente diventata una tempesta in un bicchier d’acqua o perlomeno circoscritta ad alcune banche regionali americane, piuttosto che la minaccia della Moody’s di retrocedere a Junk Bond il Debito Italiano (quello che sta accadendo da mesi) , è evidente che spunta il termine sinistro RECESSIONE, per qualcuno sinonimo di ecatombe.

Però a mio modesto avviso non è così , la storia insegna che durante le ultime 4 recessioni i mercati finanziari sono saliti, perchè in tal caso i tassi di solito tendono a scendere e ciò fa bene sia ai mercati obbligazionari che a quelli azionari. Mi si dirà che esitono tanti tipi di recessione e molte più variabili di quante ce ne fossero in passato, da quelle geopolitche a quelle belliche, è vero, ma se non esistono certezze positive non ci si può neanche fasciare la testa per un problema, la recessione, che ancora di fatto non accenna manifestarsi . A mio avviso in certe fasi di discontinuità è bene non lasciarci travolgere dalla cronaca e guardare ai numeri in modo asettico e con un pizzico di fiducia nel futuro.

Nei giorni scorsi tra le tante trimestrali che sono uscite (quasi tutte migliori delle attese) è uscita pure quella della Coca Cola, risultata migliore delle attese perchè , secondo gli analisti , ha beneficiato dell’aumento del prezzo del suo famoso e misterioso prodotto, aumento che in tutto il mondo ha fatto ovviamente pagare a noi consumatori, dal più povero al più ricco.

Ho pensato che la Coca Cola ha il cosiddetto power pricing , cioè la capacità di aumentare il prezzo a suo piacimento senza diminuire le vendite, ma il consumatore finale che non ha risparmi da investire non ha difese perchè paga l’inflazione al 100 per cento, però se ha dei risparmi ma li tiene sul conto corrente potrebbe teoricamente difendersi, ma non lo fa per paura di perdere ulteriormente soldi e quindi la paga lo stesso al 100 per cento , mentre se investe nelle azioni della Coca Cola, diventando socio di Warren Buffet che è il primo e più noto azionista di questa meravigliosa storia di successo, chiaramente nel tempo avrà dei benefici , perchè l’azionista guarda ai bilanci mentre l’investitore guarda le quotazioni giornaliere. Nel tempo le aziende sane producono ricchezza, indipendentemente dai saliscendi dei mercati nel breve termine ma che alla fine si riallineano alla realtà economica sottostante.

Per concludere, usando la metafora del FILM, direi che se i trend di mercato sono dei film, il finale in realtà è diverso per ognuno di noi, perchè dipende dalle nostre scelte individuali, dalla capacità di guardare oltre e di mantenere la strategia .

Buona visione a tutti!

Paolo Zanoboni

INCERTEZZA E FINANZA

INCERTEZZA E FINANZA

Il futuro è per definizione incerto e perciò tendiamo tutti a risparmiare denaro per ridurre l’incertezza del nostro futuro, che siano gli “imprevisti” della vita a preoccuparci o la fatidica età pensionabile, fatto sta che è abbastanza comune e direi saggia, l’idea di risparmiare per proteggerci dai rischi di un futuro incerto.

Ma purtroppo, per ironia della sorte, gli strumenti finanziari che sono il veicolo per trasformare il risparmio in investimento , sono a loro volta per definizione incerti, perchè nessuno può sapere in anticipo cosa accadrà a livello geopolitico , che direzione prenderà l’inflazione, quanti utili faranno le aziende nel prossimo trimestre e così via…

A complicarci la vita ci sono le notizie che ci arrivano dai media, sempre di più, sempre più in tempo reale ma sopratutto sempre più ricche di “pathos“, perchè la paura vende, mentre l’informazione annoia. Ecco quindi che ogni giorno il giornalista televisivo o del mondo della stampa, si sveglia cercando di indovinare il titolo migliore, la frase con maggiore effetto, sapendo bene che ognuno di noi ha sempre poco tempo e poca voglia di approfondire, perciò a volte basta il titolone e l’occhiello , magari l’articolo poi dice cose diverse ma non importa, tanto lo leggono in pochi.

Perchè questa riflessione ?

Semplicemente perchè immedesimandomi nel risparmiatore/investitore medio, che tra l’altro sono anche io, trovo questo ultimo periodo di tempo particolarmente incerto e quindi pieno di rischi ma anche di opportunità. Perciò comprendo quanto sia complicato prendere decisioni in campo finanziario, quanta responsabilità ci vuole per decidere cosa fare dei prorpi risparmi, se abbandonarli alla lenta agonia dell’inflazione o provare a difenderli in qualche modo, difendendo quindi il nostro futuro.

Fino a qualche anno fa in Italia l’investitore poteva contare su “certezze granitiche”, immobili e titoli di stato hanno rappresentato per tanto tempo una via facile per allocare i risparmi, ma da una decina di anni le cose sono cambiate, tanto, forse molto di più di quanto l’investitore medio immagini . L’inflazione in risalita ed i tassi al rialzo hanno fatto scoprire il rischio “duration” ai possesori tdi titoli obbligazionari , mentre gli immobili , in discesa da oltre 10 anni, anche se in modalità asintomatica finchè non ci si decide di venderli, hanno davanti a loro in Italia uno scenario fosco sotto il profilo demografico piuttosto che fiscale, temi che annoiano i più ma che prima o poi diventeranno concreta realtà.

Come se ne esce da questa situazione ? Come prendere in mano il nostro futuro ? Quali saranno le scelte più sicure?

Se il futuro è incerto e non è possibile prevederlo possiamo però prepararci ai vari scenari, cominciando dai fondamentali, cioè da quali sono i nostri reali obiettivi, decidere questi soldi a cosa serviranno e quando serviranno, dividendoli in cassetti mentali in base al loro scopo ed orizzonte temporale. Perchè se quei 10 mila euro sono la “dote” che vorrei destinare a mio figlio Giuseppe per quando ha 20 anni e farà l’università, ma adesso ha 2 anni, che senso ha preoccuparmi di cosa farà la borsa nel prossimo anno o nei prossimi 2 ? Cosi come se quei 100 mila euro sono l’anticipo che mi servirà per acqusitare casa , ma di questa casa ancora non se ne vede l’ombra, che senso ha lasciarli sul conto corrente a perdere ogni giorno un pezzetto di casa a causa dell’inflazione? Esistono soluzioni di breve termine che con i tassi attuali (non siamo più ai rendimenti negativi da circa un anno e mezzo) possono darci una mano nel sostenere i costi tipici di un acquisto immobiliare .

Insomma invece di cercare la soluzione perfetta o la performance di breve, direi di cercare la via della pianificazione, magari facendoci aiutare da un consulente finanziario con il quale condividere il percorso , parlando di concetti come diversificazione ed orizzonte temporale, sapendo già in anticipo che nei viaggi, specie in quelli lunghi, i lavori in corso e gli incidenti possono rallentare il cammino, ma se l’obiettivo è chiaro arriveremo lo stesso.

Buon viaggio e mi raccomando mantenete la rotta !

OPERAZIONE BTP ITALIA UN SUCCESSO…PER CHI?

OPERAZIONE BTP ITALIA UN SUCCESSO…PER CHI?

I tre giorni di collocamento del BTP Italia si chiudono con un successone di raccolta, 8,6 miliardi con 327 mila investitori, praticamente è andato a”a ruba”. Abituato ormai da anni a pensare sempre che le cose a volte non sono proprio così come ci appaiono (nel bene e nel male) , mi sono fatto alcune domande, per esempio, che bisogno ci sta di fare annunci “promozionali” in tutti i telegiornali nazionali , di mettere in prima pagina sui principali quotidiani titoloni sul BTP con un rendimento atteso a dir poco stellare, in tempi dove ci stanno tanti miliardi sui conti correnti in cerca di un porto sicuro ?

Non dovrebbe essere automatico, oltre che razionale, che tanti investitori di fronte a cotanta abbondanza si facciano 2 conti e decidano di approfittarne? Inoltre mi chiedo, come mai questi investitori non si sono preoccupati di capire se i classici BTP con cedola fissa e non indicizzata a nulla, che si possono tranquillamente acquistare sul mercato secondario (quindi non solo alle aste) per la durata che preferiamo , in base alle nostre personali esigenze e sfruttando la bontà attuale della curva dei tassi sulle scadenze brevi , titoli molto più semplici da trattare e da capire , non sono stati presi in considerazione dagli stessi investitori del BTP Italia ?

Perchè i TG non dedicano 2 minuti anche nello spiegare che ogni investimento ha le sue logiche e che pasti gratis in finanza non esistono ? Forse perchè il popolo dei risparmiatori non ha voglia di leggere, di studiare bene le cose che fa, di mettere in discussione quello che scrive la stampa specializzata ?

Bene, esiste una categoria di professionisti, quella dei consulenti finanziari, forse considerati piazzisti di strumenti finanziari da qualche sottoscrittore del BTP Italia, che ricordano come a fine 2021 di fronte al’emissione del BTP Futura scadenza 2033, hanno avvisato che esisteva un rischio duration da non sottovalutare . Oggi quel BTP quota circa 74 sul mercato con una perdita, se realizzato, di circa il 24 % considerato anche il marginale contributo della cedola. Direi niente male per essere un investimento “sicuro”. Di sicuro non se l’aspettavano.

Detto ciò, consiglierei ai sottoscrittori del BTP Italia di leggersi bene il documento ufficiale del MEF, Dipartimento del Ministero del Tesoro, in particolare il punto 2.5 relativo al calcolo delle cedole semestrali, in particolare le prime due righe. Se non vi è chiaro parlatene con il vostro consulente finanziario (se ce l’avete) e magari chiedetegli anche di spiegarvi i termini che ho esposto sopra, di “mercato secondario , curva dei tassi e duration”, torneranno utili anche in futuro per prendere decisioni più consapevoli.

Buone scelte !

Paolo Zanoboni