Oggi si apre il G 7 in Cornovaglia, con Boris Jonshon a fare gli onori di casa ad ospiti ben noti come la Merkel ad un passo dalla sua uscita di scena ed inediti, per il G7 come il nostro Draghi comunque ben preparato a determinati summit , il nuovo premier giapponese Suga ed ultimo ma non ultimo, Joe Biden.
I temi ovviamente saranno tanti , tra i più rilevanti la vaccinazione del resto del mondo ancora in grande difficoltà con il Covid , il cambiamento climatico che ormai sta diventando , oltre che una necessità impellente per il Pianeta anche un importante filone di business da tenere sott’occhio, l’armonizzazione circa la tassazione delle multinazionali e per finire, forse il tema più “spinoso” , una versione occidentale della via della seta, per cercare di tenere un pò sotto controllo la Cina e la sua inarrestabile capacità di sviluppare nuove relazioni commerciali.
Sullo sfondo, in campo finanziario, una ripresa ormai evidente anche se non sincronizzata di molte economie occidentali, un trend che inizia a fornire segnali incoraggianti sul fronte PIL, ma anche a destare qualche preoccupazione alle Banche Centrali per il pericolo di una inflazione che scappi di mano….speriamo che il coordinamento e la forza dimostrata nelle dichiarazioni di intenti post pandemia non si perdano per strada. Ci sono diversi trilioni di euro che giacciono sui conti correnti in attesa di qualche idea, per essere impiegati a vantaggio della nostra economia familiare e contemporaneamente per il bene della società.
Ci sono anche professionisti capaci di dare soluzioni pratiche per rendere possibile tutto ciò.
La Federal Reserve ha fatto un piccolo passo indietro nella politica monetaria, iniziando a rivendere un pò di bond aziendali comprati negli ultimi mesi sul mercato. Ma non è ancora il temuto Tapering, solo un modo per iniziare in modo “omeopatico” un ritorno alla normalità.
I mercati finanziari, già messi in allarme dal balzo (forse momentaneo) dell’inflazione , si sono un pò preoccupati e le prese di beneficio non sono mancate nelle scorse settimane, anche in Europa .
Ma lo scenario rimane ancora molto accomodante, specialmente in Europa, dove anche i cosiddetti “falchi” sono molto più disponibili ad aspettare che la ripresa sia consolidata, prima di iniziare a parlare di strette monetarie. Certo, non possiamo immaginare che le Banche Centrali rimangano per sempre in modalità lockdown, inondando l’economia di denaro a basso costo, anche perchè l’inflazione prima o poi richiamerà l’attenzione imponendo un segnale restrittivo per guidarne l’andamento.
In modo graduale, come quando si esce da una malattia , il mondo riprenderà a consumare e crescere, forse anche più del previsto. Chi si occupa di gestione del risparmio ha davanti una bella sfida, cogliere gli aspetti positivi di questo nuovo macrotrend e fare attenzione a non rimanere ancorato ai vecchi paradigmi del vecchio. Il senno di poi non aiuta a proteggerci ma solo a rimpiangere…
Ogni giorno il mondo si muove verso la soluzione alla più grande crisi sanitaria ed economica mai sperimentata, lo fa in modo non sempre coordinato nei vari paesi, con diversi provvedimenti e mezzi, per ritornare quanto prima allo status quo o forse ad una cosiddetta “nuova normalità”. L’economia , quella che studiamo a scuola , si materializza in questi mesi di “prove di ripartenza” con un termine che sempre di più leggiamo con timore, ma forse non con La dovuta consapevolezza rispetto alle sue cause o conseguenze, parlo dell’ inflazione.
Comincerei con l’osservare che un certo tipo di inflazione è la benvenuta tra noi, parlo della REFLAZIONE, cioè l’inflazione che segue una fase di crisi ed è correlata alla ripresa economica.
Ci sta che i prezzi di beni e servizi possano crescere perché aumenta la domanda, che a sua volta aumenta perché è in atto una manovra mai vista in termini di sostegno monetario (tassi bassi ancora per parecchio tempo) specialmente in America con il sostanzioso piano Biden, ma anche in Europa con il Recovery Fund, da noi declinato in PNRR – Piano Nazionale Ripresa e Resilienza.
Fino ad un certo punto l’inflazione muove i consumi e innesca un processo positivo… favorevole sicuramente ai mercati azionari e molto meno a quelli obbligazionari, ( anche se adesso è uno scenario già un pò scontato nei prezzi) ma, se a causa del forte rialzo delle materie prime la situazione dovesse “scappare di mano” , cosa potrebbe accadere?
Le Banche Centrali tornerebbero al loro ruolo di gestori dell’inflazione con un lento e programmato rientro dalle politiche espansive ? Inizierebbero il tanto temuto “TAPERING” già conosciuto nel 2013?
Probabilmente no, o almeno non subito, perchè tra il rischio di soffocare una economia ancora convalescente e lasciar correre l’inflazione, meglio la seconda, anche perché una inflazione molto più alta dei tassi correnti darebbe un grande aiuto nello smaltire (senza dover ricorrere a patrimoniali) l’enorme massa di debito pubblico che ci stiamo accollando nel mondo occidentale.
Insomma una patrimoniale silenziosa, per dirla con un termine di oggi, asintomatica, che agirebbe sui possessori dei titoli a tasso fisso.
E’ di oggi la notizia che il titolo decennale italiano (BTP) è ritornato ad un rendimento superiore all 1%, superando in questa speciale classifica anche il titolo greco di uguale durata..magari qualcuno avrà pensato che sia una buona notizia avere i rendimenti più alti d’Europa, ma purtroppo non è così.
E’ pur vero che esistono forze deflazionistiche importanti, come la TECNOLOGIA . Ormai il telefono cellulare , tanto per fare un esempio, è diventato un potente computer tascabile con infinite funzioni…e ci si riesce ancora a telefonare.
Poi soprattutto la DELOCALIZZAZIONE, al netto di valutazioni sulla tendenza ad utilizzare manodopera a basso costo sia nelle parti del mondo meno sviluppate, piuttosto che in loco, è certamente un fattore che contiene l’inflazione.
Insomma, la partita tra le forze inflazionistiche e quelle contrarie ha un vincitore abbastanza scontato , se guardiamo alla tendenza in atto, ma non è detto che la velocità e la forza di questa evoluzione sia così facile da stimare.
Nel dubbio è sempre meglio farci trovare preparati…ovviamente diversificando bene, con un occhio di riguardo a tutte le attività finanziarie correlate positivamente all’inflazione o almeno che ne contengano qualche anticorpo .
Sono a disposizione per fare un approfondimento in questa direzione.
Una lettera scritta a cuore aperto, con qualche spunto di riflessione, perchè in questa fase di cambiamento il risparmiatore ha veramente bisogno di una guida che gli stia accanto.
l private banker che sfida i populisti della finanza
Buonasera, sono un Private Banker e ho letto sia quello che scrive Beppe Scienza, sia quello che ha scritto recentemente su Altroconsumo il direttore Vincenzo Somma sempre a proposito di Fineco e della sua recente modifica unilaterale.
In altri tempi avrei provato sdegno e gli avrei risposto per le rime a questi signori, spiegandogli nel dettaglio la logica ed anche la sostanza della comunicazione, che anche se non sono nella testa del management Fineco trovo sia abbastanza logica e condivisibile , oltre che essere a vantaggio proprio dei clienti stessi.
Ma temo sia tempo perso, ormai vivono in un mondo tutto loro circondati da quelli che ancora pensano che i Bot diano l ‘interesse anticipato , che il BTP che scade fra 4 anni gli renda, da oggi in avanti, qualcosa intorno all ‘1%, da quelli che ancora non sono usciti dal concetto del “se io ti do 100 mila euro tu quanto mi dai?”.
Li leggo perché non ho paura di conoscere altre opinioni, la confutazione delle mie idee, analizzata con sano realismo, mi rende ancora più determinato e convinto del valore della Consulenza Finanziaria.
Grazie alla loro disinformazione ed alla avversione a “prescindere” verso il tema della consulenza finanziaria, oggi più che mai una necessità e dovere sociale, questo popolo di risparmiatori che passano in tempi di crisi dei mercati azionari dal conto deposito all etf short leva 7 (si avete letto bene, sono anche questi i consigli di Altroconsumo), purtroppo continuerà a muoversi senza una logica tra strumenti molto diversi tra loro, senza averne capito il funzionamento e senza avere una strategia , mettendo in atto quasi tutti gli errori ben noti nella finanza comportamentale.
Però, essere “populisti della finanza” , in mancanza di altri valori e concetti da trasmettere , come la diversificazione , l orizzonte temporale, ma soprattutto il valore della pianificazione in funzione degli obiettivi, può portare ad avere un facile seguito in tempi come questi, dove per esempio il concetto di tassi negativi è molto difficile da digerire e soprattutto trasformare in scelte razionali.
Fare cultura finanziaria mi rendo conto è molto più difficile, significa dire le cose come sono e non come vorremmo sentircele dire, significa mettere in dubbio i nostri paradigmi ai quali siamo tanto attaccati, significa dedicare tempo a conoscere i nostri interlocutori e quali sono veramente i loro bisogni, prima di dare consigli.
Questo è quello che fanno i consulenti finanziari e che mi risulta, a giudicare dai risultati di raccolta da quando è scoppiata la pandemia, sia un lavoro sempre più apprezzato dalla fascia di risparmiatori con più cultura finanziara del nostro paese, quelli che capiscono che il loro interesse e quello del loro consulente coincide esattamente, perchè è normale che sia così.
Per qualcuno ammetterlo sarà un po’ difficile…ce ne faremo una ragione.
IL Giappone , per la sua posizione , la sua struttura economica e per la sua specializzazione in determinati settori , sarà uno dei paesi maggiormente coinvolti dalla grande reattività che stanno mostrando le economie USA e Cinese . Mercato azionario da non trascurare…
Draghi ha detto a proposito degli eurobond ( debito comune europeo ) “ lo so che la strada è lunga , ma dobbiamo cominciare ad incamminarci “. È un obiettivo di lungo periodo , ma è importante avere un impegno politico. Non sarà facile vincere la resistenza dei paesi “frugali” con in testa la Germania a caricarsi di un debito comune a costo maggiore di quello proprio , ma Draghi ha le competenze e l autorevolezza per portare avanti la sua idea di Europa . Riguardo all’unione dei mercati dei capitali e bancaria , altre sue parole sono state piuttosto interessanti e ci devono far riflettere…parla di “ una cornice per la politica fiscale “ ….domandiamoci dove siamo lontani dalla politica fiscale europea . Chi vuole una mia sincera opinione in merito mi scriva , sarà un piacere dialogare sull argomento!
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