E’ risaputo che quando i mercati crollano ci sono le migliori opportunità di acquisto , ma la storia purtroppo insegna che ciò che sembra così ovvio con il senno di poi, è maledettamente difficile da mettere in pratica quando ci si trova in certe situazioni, anzi, di solito quando i mercati scendono ci viene la voglie di vendere tutto, salvo poi ritornare ottimisti e tranquilli quando tutto sta nuovamente sui massimi, naturalmente in buona compagnia con altri che la pensano come noi.
La dura verità è che il nostro cervello è il nostro nemico principale quando si parla di investimenti , perciò come possiamo sconfiggerlo , ingannarlo, non subire le sue controproducenti tentazioni? Ma anche perchè queste emozioni sono così forti al punto di farci dimenticare i nostri buoni propositi, l’orizzonte temporale in primis ?
Si chiama finanza comportamentale la materia che studia questi strani fenomeni e pensate un pò, è stata portata alla “luce” da Daniel Kahnemann nel 2002 e poi ancora da Richard Thaler , che nel 2017 che ha vinto il Premio Nobel, entrambi psicologi. Ci sarà un motivo se 2 psicologi hanno vinto il Premio Nobel per l’economia ?
In pratica è stato dimostrato che l’investitore , nel prendere le decisioni, non si comporta in modo puramente razionale, utilizza delle scorciatoie mentali ed incappa in una serie di errori cognitivi (detti BIAS) dovuti ad errati modi di interpretare la realtà. Per fare un esempio, se un asset finanziario (investimento) va bene da un lungo periodo di tempo normalmente viene percepito senza rischio , mentre al contrario se lo stesso investimento che eravamo disposti a fare un anno fa pagandolo 100, adesso ha perso il 30 % ed è sceso a 70 , ci sembra più rischioso.
E’ quello che è successo ad esempio al mercato obbligazionario domestico, i BTP. A fine 2021 pur di ottenere un misero 1 per cento si era disposti a comprare titoli con scadenza 2037 , adesso che anche su titoli ad un anno si può comodamente ottenere più del triplo, si ha paura e si tengono i soldi sul conto. Sembra irrazionale, infatti lo è , ma ciò non significa che gli investitori non siano intelligenti, semplicemente siamo umani, ed il nostro cervello è “programmato” così.
Quali possibili rimedi a questo ostacolo emotivo possiamo escogitare, per superarlo e combattere ad armi pari con il mercato ? Escluderei l’eliminazione dal nostro cervello dell‘amigdala, in nostro contenitore delle emozioni , che in particolare agisce quando associamo situazioni di paura già vissute, portando anche il nostro fisico a stare male ed a dirci di uscire da quella situazione stressante. Troppo “invasivo” come metodo e poi diventeremo come Spock nel film Star Strek , un umanoide senza sentimenti .
Una idea potrebbe essere quella di avere una strategia chiara, partendo dai veri obiettivi di investimento, cioè perchè abbiamo investito, quale è lo scopo finale , in che tempi si dovrebbe materializzare questa esigenza? Un conto è mettere da parte dei risparmi per costruire la nostra pensione o la sicurezza di un gruzzoletto per la fase post lavorativa, un altro è cercare di far fruttare una somma che dovremo utilizzare tra 12 mesi per l’acquisto di un immobile. Nel mezzo ci sta di tutto e quindi, tornando alla strategia, si potrebbe dare un nome ad ogni signolo investimento; casa nuova , figlio Marco, imprevisti, pensione, ecc. ecc. , con tanto di diversi orizzonti temporali e di logiche di investimento.
Anche qui un esempio, che senso ha fare un fondo pensione a 18 anni e scegliere un comparto prudente quando si ha un orizzonte temporale di quasi 50 anni ? Nessuno, perchè i mercati azionari saliranno molto di più di un portafoglio obbligazionario, sarà invrece opportuno scalare il rischio in prossimità della pensione per non trovarci a non avere più il tempo a sufficienza per “rimediare” ad una fase negativa.
Infine, per aiutarci a mettere in pratica i buoni propositi, un buon diario di bordo dove annotare le “regole” che ci siano dati e gli obiettivi da raggiungere, potrebbe essere un grande aiuto nella navigazione, specialmente quando il mare si fa burrascoso.
Buona pianificazione a tutti e …ricordate l’aforisma sulla crisi !
Paolo Zanoboni
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